Gianluca
Lombardo

Immagini tratte da riprese compiute con una camera endoscopica non professionale, provano a raccontarci il corpo da dentro, come si può fare con una cavità sotterranea. Il risultato non è solo formale, né solo conoscitivo/esperienziale. Il risultato è in qualche modo etico e forse filosofico: consapevoli che il nostro corpo è un insieme di luoghi cavi -privi di sostanza propria se non concorre un nutrimento esterno a completarne non solo forma e funzione, ma finanche ragion d'essere- forse più facilmente sposteremmo la vocazione ego-centrica di ciascuno di noi verso quell'esterno che ignoriamo ma da cui dipendiamo continuamente.
La stessa mente, lo spirito e la coscienza non fanno eccezione a questa semplice regola.
Anche questo ciclo si compone di differenti livelli, ciascuno con la sua particolare tecnica di rappresentazione, dove la disamina in video, in foto e in oli e acrilici su carta, mostrano un dentro possibile, e i luoghi preposti all'accesso. Orifizi, aperture, cavità, quindi, e finanche ferite e semplici graffi, tutti intesi come porte attraverso le quali il corpo comunica con l'esterno, e ci dice molto profondamente cosa siamo.
Il video presenta l'endoscopia; le foto e i lavori su carta le aperture possibili del corpo, quasi il contrappunto alla materia custodita, l'altoparlante a tutto volume del grammofono interiore.
Anche questo ciclo presenta le numerazioni progressive delle opere. Le foto, montate su supporto d'alluminio, non superano dimensioni massime di cm 50 per lato. I lavori su carta montata su tavola sono cm 100x70 ciascun elemento. Il video, che nella foto è allestito presso i Docks Dora di Torino, prevede un'installazione nella quale il monitor (a Torino, un iPad) sia alla fine di un tunnel, una gola, per così dire, che simuli o ricordi in qualche modo un canale, un'arteria, un condotto.

04 - 06 maggio 2012
SAL - DOCKS DORA, Torino