Gianluca
Lombardo

Questo ciclo fotografico affronta, in un'epoca di fortissima manipolazione digitale, la questione dell'immagine e della sua totale fragilità e assenza di difesa. Cosa accadrebbe, cioè, alla simulazione verosimile a cui siamo abituati, se i programmi di fotoritocco non venissero più utilizzati nell'ambito della pertinenza funzionale per cui sono nati, ma come nuovi e liberi strumenti creativi?
A partire da alcune foto personali, l'artista usa grossolanamente, in modo non professionale e senza alcuna cura del dettaglio, alcuni tra i più comuni strumenti impiegati per il fotoritocco digitale, per esaltarne la carica semplice e sovversiva, anche se visibilissima, della manipolazione. I titoli corrispondono al codice proprio della catalogazione dei dispositivi di ripresa, suggerendo così il carattere da un lato ingovernabile, dall'altro oggettuale dell'elaborazione dell'immagine.