Gianluca
Lombardo

Il corpo è cavo.
Il corpo è innanzitutto.
Il corpo è un metro.
Il corpo è biologico e sociale.
Il corpo è solo con se stesso.
Con sé stesso, il corpo è schiavo e libero.
Tutto ciò che è interno è giustificato.
Tutto ciò che è esterno è illegittimo.
Il corpo è cavo
e io sono l'interno.
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(Il corpo è cavo costituisce una piccola porzione di una ricerca che assume il corpo come primo e unico mezzo, canale, strumento cognitivo, percettivo e trasmissivo: premessa minima e basilare sulla quale si è costruito un operare analitico, immersivo, vorticoso, ossessivo. Così sono nati i recenti cicli pittorici, fotografici, video e installativi, racchiusi in capitoli indipendenti (Cecità, Animale notturno, Abissale) ma parte di un insieme armonico e “monumentale”).
Il corpo è cavo scava nel passato (nel ricordo, nei meandri più profondi della memoria) e si alimenta nel presente. È uno scavare lento ma continuo e progressivo; è un'esplorazione spasmodica, ansiosa, convulsa; ma, soprattutto, necessaria. È una sintesi misurata, controllata, razionalizzata.
Il corpo è cavo è un atto essenzialmente “integrale”, perché condensa e sintetizza tutto il rapporto (e tutto l'affanno) tra l'uomo e l'artista.
Il corpo è cavo affida al gesto creativo e all'opera d'arte il compito di riportarci all'essenza delle cose; è un gesto di ridimensionamento estremo e radicale che riduce e concentra l'esperienza della visione a un unico dettaglio, significante e significato.
Il corpo è cavo si traduce in un corpo estetico e concettuale talmente profondo e intimo che quando lo si comincia a leggere è come se si violasse la privacy dell'autore. In realtà questa violazione è autorizzata, se non addirittura richiesta e indispensabile.
Il corpo è cavo è un viaggio alla deriva.

Alessandra Ferlito